28 ottobre 2011

Torre del Saracino Vico Equense

Prima tappa di una veloce zingarata al meridione, Vico Equense.

La Torre del Saracino è situata alla fine della discesa al piccolo porto di Vico Equense, Marina di Seiano. La discesa comincia dalla panaromica proprio dopo l’uscita del centro storico di Vico. Una bellissima ristrutturazione che ha trasformato un vecchio stabile in un ristorante dall’arredamento moderno ma caldo e confortevole, con una vista mozzafiato su Napoli ai piedi del Vesuvio.

Dopo esserci persi ad ammirare il panorama, veniamo accolti da Gennarino in persona il quale ci accompagna al tavolo e ben volentieri si presta ad accompagnarci in questa nostra esperienza gastronomica.

Si comincia con un assaggio di tonno scottato su crema di patate al basilico: cottura perfetta, carne saporita e sugosa ottimo equilibrio di sapori.

Arriva poi un piatto, per me, fantastico, Alici maritate in carpione con pesto di fiori di zucca , salsa di albicocche e gel al pomodoro: la foto non premia, la mano mi ha tremato!
Ne prendo una in prestito dal web perché ne vale veramente la pena. Alice in carpione, ripiena di una alice cruda. Grassa l’alice, acida la frutta, dolce il gel agro il pesto! Come vivere sul filo del rasoio. Un milligrammo in più da una qualunque parte ed il piatto sarebbe rovinato, invece… Uno SPETTACOLO!!!

La cucina di Gennarino si caratterizza dal legame che ha con il suo territorio.
La grandezza di Gennarino stà nel presentare i prodotti più semplici in piatti strepitosi.

Si continua con un Peperone friggitello ripieno di Murena su zuppetta di arance di Corbara con Calamaretti e Bottarga di Muggine. Il pesce nell’orto: la carne delicata della murena resa iodata dalla bottarga ed addolcito dal peperoncinofritto. Uno dei molti piatti che valgono il viaggio!

Ci rinfreschiamo il palato con una insalatina? Gennarino propone, come si fa dirgli di no? Insalata di Triglie e Bietole. Un flash di colori che affascina, fresco e delicato in bocca come solo il pesce di scoglio può essere. Grande!

Cominciano i primi, un classico, Risotto al Pomodoro Cuore di Bue con Fior di Latte e Calamaretto: cottura perfetta del riso con il sapore del pomodoro che riempie la bocca e la burrata che ottimamente si ammalgama con il calamaretto di una freschezza imbarazzante!

Parmigiana di Pesce Spatola (altrimenti detto Bandiera): Un classico di questo ristorante, l’applicazione di un classico della cucina campana al mare in cui si affaccia, da applauso.

Segue la Minestra di Pasta con Crostacei e Pesci di scoglio: mi ha ricordato tanto la minestra di fagioli con le vongole che faceva Bartolini alla Buca, un gran sapore per un piatto povero nobilitato dalla triglia abbrustolita.

Continuiamo con le Pappardelle di grano duro al sugo di Cozze alla saracena: un gran piatto che coniuga la perfezione della pasta con un sugo terra-mare ridotto in crema che legava il tutto perfettamente.

Veniamo poi a terra con un altro classico della cucina napoletana, la pasta alla genovese. Questa volta sono dei Ravioli ripieni di coniglio con condimento alla genovese su crema di Provolone del Monaco: più territorio di così si muore.

Andiamo con i secondi: Tonno in crosta di Pistacchi con Cipollotto brasato e pesto di ortaggi. Non ostante fossimo già avanti con il pranzo, non sono riuscito a trattenermi e mi sono dimenticato di fare la foto prima. Penso però che questa renda l’idea della piacevolezza dl piatto!

Anche nei secondi un po’ in mare ed un po’ a terra, Maiale nero di Caserta con Pesto di frutta in agro, Datteri allo Zenzero e salsa di Mela Annurca. Se ce ne fosse bisogno, la conferma della padronanza della tecnica, una carne, ottima, forse scontata, ma abbinata a delle salse fantastiche che esaltano il piatto fino a farlo diventare un must.

Un sorbetto per staccare, molto delicato e fresco.

Arriva poi la Passeggiata Vicana. Anche qui TERRITORIO scritto in maiuscolo! Panna cotta al limone Sfusato, Mousse all’Olio di Oliva uniti da un Biscotto alle Noci. Siamo ad un livello strasferico galleggiando tra piacevolezza, gusto e leggerezza.

E per finire un grandissimo Millefoglie di mandorle con gelato di frutta.

Gennarino da bere:

Preciso subito che ho fatto una stupidaggine, avendo poca fiducia nei vini locali mi sono buttato su un Riesling della Mosella che già conoscevo, buono ma nulla più. Poi, complice forse il fatto che al tavolo vicino era seduto Luca Gardini, è cominciata una giostra di bottiglie locali stappate ad hoc e non ci è parso vero poterci salire su!

Si è cominciato con un Fiano di Avellino dimenticabile, ed infatti me lo sono scordato.

A seguire un Greco di Tufo di Villa Diamante da coltivazione biologica, veramente interessante, sapido e profumato.

Continuiamo con un Lacryma Cristi Vigna del Vulcano Villa Dora straordinario, pietra focaia e iodio, sapidità alle stelle, poi fiori e e frutta, anche camomilla, un gran bel bere.

Con i secondi un bel salto ai vini rossi con un Tintore Borgo di Gete dell’Azienda Agricola Reale, un bel vino, secco, fruttato e non troppo impegnativo servito fresco, ma non freddo. Ottimo!

Per il dolce un Moscato di Baselice della Masseria Parisi. Buona acidità, non troppo dolce, un buon vino anche se io non lo avrei abbinato a quella tipologia di dolci che ci sono stati serviti.

Capo cosparso di cenere per me e CHAPEAUX al Sommelier che ci ha fatto bere veramente bene.

Inutile dire che il viaggio è stato ripagato in pieno!

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