11 gennaio 2014

Barbaresco 2010

Una serata di studio su un ottima annata in Langa.
La degustazione alla cieca di nove prodotti ha sentenziato il livello veramente alto di questa vendemmia.
Dopo un benvenuto con un ottimo vino fresco di acidità e profumato al naso, con sentori di fiori di agrumi e di ginestra,
A Puddara 2010,

abbiamo riscaldato i motori con alcuni vini d’antan:

Barolo Cerequio 1980
Barbaresco Giacosa 1989
Barolo Faletto Giacosa 1996 etichetta bordeaux
Barolo Riserva Bussia Fenocchio 1999.
     

Il Cerequio appena aperto accusa un po’ di ridotto, soprattutto in confronto alla pulizia del Barbaresco, dopo qualche tempo nel bicchiere si ripulisce un po’ e parla una lingua molto suadente.
Barbaresco brilla per eleganza e persistenza, veramente notevole, fresco in bocca non dimostra sicuramente la sua età.
Faletto è roba di un altra categoria, grandi profumi ed eleganza da grande star, lo fanno brillare sopra al firmamento dei vini della serata. Un vino indimenticabile.
Fenocchio, abbinato a Faletto ha patito un po’ la concorrenza mostrando più rusticità e tannini un po’ più spigolosi,  dopo un po’ di tempo nel bicchiere si è aperto ed ha rivelato una beva piacevole ed una lunghezza notevole.

Cominciamo con i Barbaresco 2010.
La prima batteria parte con un discreto livello qualitativo che premia l’eleganza e la finezza dei tannini con una piccola penalità di rusticità per il Montestefano de La Cà Növa.

  La seconda batteria è la più disomogenea. Si và da un vino acido e fruttoso, Ovello Vigna Loreto di Albino Rocca, ad uno rustico e con tannini un po’ troppo spigolosi, Alluto, ad un vino tra i più buoni della serata, la classica medaglia di legno, Castello di Neive Santo Stefano, elegante e fresco con una grande persistenza.

Terza batteria, sembrava di essere alle nozze di Cana, i vini migliori della degustazione tutti insieme. Eleganti, fini, con un bel frutto, tannini morbidi e lunghezza infinita.
 
Deduzioni a fine serata: il 2010 è stata una grande annata per i Barbaresco, la media dei voti è stata alta e comunque con poco scarto tra i vari esemplari assaggiati.



Aspettiamo con ansia i Barolo!