10 maggio 2010

Scacciapensieri Cecina

Approfittando della scusa di una degustazione presso la Tenuta San Guido, quella del mitico Sassicaia, ci siamo presi una mezza giornata di vacanza e, partendo la Domenica sera, siamo andati a Cecina a provare questo ristorante consigliatomi dall’ottimo Claudio Pistocchi, quello della famosa torta al cioccolato.

Il posto è abbastanza elegante, ma comunque non molto formale, c’erano anche clienti in tuta da ginnastica.

Tavoli discretamente distanziati, anche se non troppo, belle sedute e discreta mise en place.

Tutt’intorno a noi c’erano bottiglie delle più blasonate etichette Toscane , la vicinanza con Bolgheri porta molti enoturisti, più qualche cosa di Gaja.
Cosa strana, il ristorante è PRINCIPALMENTE di pesce, le portate di terra si limitano a due antipasti, due primi e due secondi, ma in carta ci sono più vini rossi che bianchi

Il menù è vasto e TUTTO sarebbe piacevole, per fortuna il maitre, credo proprietario, si offre di farci preparare una degustazione con i piatti di fresco del giorno.

Ci viene portato un benvenuto della casa, Crocchetta di tonno , che, sinceramente, ci lascia alquanto perplessi. La crocchetta in se, non era male, ma il tonno dove era? Il sapore della panatura e del ripieno in mezzo al quale, suppogo, ci fosse il tonno, copriva tutto. Risultato una buona crocchetta, ma che poteva essere di qualsiasi cosa, tanto non si sentiva nulla!

Cominciamo con la prima portata di antipasti, crudi: Carpaccio di Gamberi all’olio extra vergine di oliva, fettina di Tonno con agrumi, Baccalà marinato e puntarelle con salsa di alici.
Un ottimo piatto, buoni i gamberi, belli sodi, molto equilibrato l’abbinamento del tonno con Pompelmo Rosa ed Arancio, fantasioso e stuzzicante il Baccalà marinato con l’Anice Stellato, ma l’appagamento totale l’ho raggiunto con i germogli di puntarelle con la salsa di Alici. Dove abbia trovato le puntarelle di questa stagione non lo so, ma erano fresche e croccanti ed il loro amaro era bilanciato benissimo con una salsa di Alici realizzata a regola d’arte.

Secondo antipasto: Purè di patate con punte di Totano abbrustolite e Nero di Seppia.
Molto particolare il purè, non ho capito come lo abbiano fatto, suppongo che abbiano usato, invece del Parmigiano Reggiano, una scamorza affumicata, perché aveva un lieve sentore di bruciato che comunque si sposava benissimo con il Totano abbrustolito ed il nero di seppia ristretto in padella.
Non è nuova l’idea del nero di seppia e del purè, ma comunque è una realizzazione ben riuscita ed appagante.

Come primo primo piatto: Maltagliati in bianco al sapore di mare.
Pasta cotta a puntino, ma io avrei preferito una pasta all’uovo, condita con una miscellanea di molluschi, moscardini e gamberetti, tirati in padella “alla marinara” senza eccedere né con il prezzemolo, né con l’aglio.

Secondo primo piatto: Chitarrine con moscardini e gamberetti e Tartufo Bianchetto.
Forse il piatto più appagante della serata.
Ottima la pasta, cotta perfettamente, grande equilibrio dei sapori di mare e di terra, un vero piatto del Buon Ritorno!

A seguire, Manuela era arrivata, io ho trovato ancora un po’ di posto per una Triglia alla Livornese.

Scusate, ma per la foto sono arrivato lungo, il profumo era così invitante che non sono riuscito a trattenermi.
Una Triglia, con la T maiuscola, sia per dimensioni, sembrava uno sgombretto, che per qualità. Carne morbida e saporita come era tanto che non la provavo, il sugo saltato in padella era divino per equilibrio di sapori, per niente acido.

Per finire, loro lo chiamano “sorbetto”, ma io lo definirei più un gelato di Pere e Zenzero.
Ben fatto ed anche qui i sapori si esaltano ma non si sovrastano, si comincia con la pera, dolce e profumata, ed a seguire arriva lo zenzero con la sua persistenza che invade il palato.

Per finire un ottimo Ponch alla Livornese, cosa oramai difficile da trovare.

Il tutto annaffiato da due bottiglie di acqua ed una di Rossj Bass di Gaja del 2008. Un bel vino, servito un po’ troppo freddo, ma, lasciato in bottiglia sul tavolo, dopo un po’ ha tirato fuori i suoi profumi, con un legno pulito e non invadente. Pronto.

Il conto è stato di € 120,00, senza il vino, tutti meritati.

Una considerazione finale, a parte il benvenuto della casa, abbastanza anonimo, tutti i piatti erano erano sia equilibrati che appaganti, cosa che per me vale il ritorno. Non fosse per i 250Km solo andata, ci andrei più spesso!