Week End a Torino, non potevo farmi mancare una visita a
Paolo Scabin ed al suo Combal Zero!
Un’impresa a trovarlo, il ristorante, dico, perché al
contrario di quando ci andò VG, le foglie della vite americana che si arrampica
sulle antiche murate del castello di Rivoli, Venerdì sera, erano verdi e
rigogliose ed in più l’insegna era spenta perciò l’unica indicazione fruibile
era il campanello, sempre se sapevi dove cercarlo!
Comunque, dopo una qualche telefonata, ma soprattutto grazie
all’estrema cortesia del personale, la gentilissima maitre ci è venuta a
prendere nel parcheggio, siamo riusciti ad accomodarci ad un tavolo
apparecchiato sulla vista della città di Torino con l’illuminatissimo Corso
Francia che sembrava una freccia che
indicava il paradiso! E rivolto al gusto, mai accostamento fu più
azzeccato.
Scegliamo dalla carta delle acque una Sparea, che sgorga
dalle vicine montagne, tanto, alla fine del pasto, sarebbe stato l’unico
contenitore che ancora conteneva qualche cosa.
Nell’attesa dell’ordine vero e proprio ci viene proposto un
aperitivo e tra le varie possibilità scegliamo un Gavi fermo ed uno Chardonnay
Spumante, non ricordo il Gavi, preso da Manuela, ma lo Chardonnay di Maurizio
Abbona, era veramente notevole, sapido e profondo con una elevata acidità che
ben si è sposato sul successivo assaggio di benvenuto, Ostriche e Nervetti su
salsa verde.
Il menù, semplice e per nulla pesante, era diviso in una
proposta dello chef di, mi sembra, 7-8 portate, e 5 o 6 voci cadauno tra le
Entrate, Primi Piatti, Secondi, Piatti Storici e Dessert.
Manuela non voleva riempirsi con tutta la degustazione e
perciò ordiniamo alla carta.
Per lei due soli piatti, un risotto allo Zafferano con
Burrata e salsa al Tartufo Nero ed un piatto formato da una scaloppa di Fois
Gras più altre cose che non ricordo, comunque entrambi provenivano dalla lista
dei piatti storici.
Per me un Uovo Cibernetico, ragione ultima del viaggio J ,
tutto è già stato detto ed aggiungo solo un aneddoto: quando Manuela ha visto
la mia espressione al momento che me lo sono sparato in bocca, ha placcato il
Maitre e lo ha supplicato di fermare tutto in cucina perché lo voleva
assolutamente anche lei!
Si è bevuto perfino il bicchierino di accompagnamento di Vodka Beluga!!!
Si è bevuto perfino il bicchierino di accompagnamento di Vodka Beluga!!!
A seguire una Ganache di Cavolfiore, brodo di Stilton e
funghi Finferli, definirlo sublime è dire poco.
La ganache, una specie di purè , veramente delicato, si sposava
mirabilmente con il brodo di Stilton ed a fare da contrappunto i funghi
Finferli davano consistenza al piatto.
Ho continuato poi con il Giro del mondo in 5 Minestre, una
divertente ed al tempo stesso istruttiva, contrapposizione di gusti fornita
dalle differenti culture e dalle differenti materie prime. Ottima l’Europa a
base di cipolle e patate, interessante il Giappone con brodo di soia e tofu e
l’Africa con banane e patate, stuzzichevole l’America con zucca, patate e
fagioli neri, leggermente piccante, ma quella che più ho apprezzato è stata la
Russia a base di rape rosse e panna acida, strepitosa per equilibrio e
freschezza.
Molto buono poi il filetto di Fassona alla Torinese, impanato
con grissini ed erbe aromatiche, appena un pelo troppo cotto per i miei gusti,
ma di un sapore ed una morbidezza unici.
Come noto io non sono un appassionato di dolci ed ho
preferito assaggiare una degustazione di formaggi che comprendeva un tris di
varie stagionature di Robiola di Roccaverano, una splendida Toma di alpeggio ed
un assaggio di Castelmagno “Blu”, a mio gusto leggermente forte, ma
praticamente fantastico.
Abbiamo innaffiato il tutto con una splendida bottiglia di
Barolo Brunate di Ezio Boglietti del 2000, io avevo scelto il 2002, ma
purtroppo era terminataL!
La nostra comunque era veramente valida, colore leggermente granato, non troppo
intenso, al naso una bella viola appassita e poi, a seguire, terra umida,
foglie di castagno e quindi un bel goudron. In bocca era caldo asciutto, ben
bilanciato dai tannini veramente morbidi ed arrotondati. Un equilibrio, ma
soprattutto, una persistenza infinita facevano diventare questa bottiglia un
grandissimo ricordo!
Dai vari commenti letti sul web, sembra che Scabin abbia tenuto un valido conto delle critiche e
che abbia apportato le giuste modifiche:
non era presente l’amato/odiato menù “Creativo”, ma solo alcune
selezione dei piatti che gli hanno dato la fama (peccato per ”L’Ostrica
Virtuale” che volentieri avrei assaggiato, ma che non era presente in menù),
molto buono e soprattutto competente il servizio in sala.