24 novembre 2008

Perbellini Isola Rizza



In occasione della vicinanza delle date di compleanno, mia, di Manuela e di una cara amica di Gorle, abbiamo deciso di trovarci a metà strada per un pranzo celebrativo.

Arrivo ad Isola Rizza alle ore 13.00, puntuali, veniamo accolti gradevolmente dalla gentilissima signora Paola che ci fa accomodare in una piccola sala con altri quattro tavoli, solo due occupati.


Noi, da bravi usnettari arriviamo preparati, infatti abbiamo controllato le carte del ristorante sul suo sito tante di quelle volte che oramai lo sappiamo a memoria.

La signora Paola, ci propone il menù degustazione proposto dallo chef, che cambia tutti i giorni, noi accettiamo, chiedendo se fosse possibile inserire qualche piatto che ci ispirava particolarmente, cosa prontamente accettata nella comanda. Questa cosa mi ha colpito, perché sempre più spesso si incontrano ristoranti che NON accettano variazioni o, cosa che mi disturba ancora di più, obbligano TUTTI i commensali a mangiare le stesse cose. Politica che posso capire, ma che non giustifico, soprattutto in un grande ristorante.


Partiamo con il piatto forte:

Wafer al sesamo con tartare di branzino, formaggio all’erba cipollina e sensazione di liquirizia.

E’ forse il piatto che più di tutti ha fatto conoscere la cucina di Giancarlo Perbellini in Italia, a parte che la presentazione è molto bella, la cosa che più mi è piaciuta è stato l’equilibrio di sapori in cui nessuno prevaricava l’altro, ma tutti erano piacevolmente ben presenti.


Siamo a pochi kilometri da Isola della Scala, patria del Vialone Nano e perciò non potevano mancare piatti con questo ingrediente,

Il primo:

Ravioli farciti di Risotto, con salsa al tartufo.

Un buon risotto presentato in una forma nuova, quella del raviolo che conteneva il risotto, al mio gusto è sembrato un ottimo risotto alla parmigiana, Il tutto su una salsa che mi sembrava una crema di Parmigiano con un buona grattugiata di tartufo bianco, ben maturo e profumato.


Il secondo:

Risotto mantecato alla cannella e Parmigiano con ragù di maialino allo spiedo

Esecuzione del risotto perfetta, all’onda. Anche in questo piatto ho trovato un grande equilibrio di sapori, armonici e ben bilanciati, il maialino poi, con piccole parti di cotenna croccante, ha esaltato il suo sapore con il profumo della cannella.


Tra gli altri piatti serviti faccio menzione di questi:

Gamberone dorato su castrature di Sant’Erasmo croccanti, finferle, olio al rafano e gelatina d’Aperol

Dalla descrizione eravamo un po’ perplessi, erano le componenti rafano e aperol che non ci convincevano, ma CVD (come volevasi dimostrare) ci sbagliavamo. Il fritto dei gamberoni e dei carciofi, pur se delicato, sempre grasso, si equilibrava benissimo con il “piccante” dell’olio di rafano e con l’amaro-dolce dell’Aperol. Un piatto che porterò a memoria per molto tempo.


Guanciale di vitello brasato e scaloppa di foie gras, purè di patate e porri fritti.

Grande esecuzione di un piatto più “Normale”. Qui non si è voluto stupire con “Cose che voi umani non potete neanche immaginare”, ma con la semplice presentazione di una materia prima straordinaria eseguita

con gusto tradizionale. La semplicità del piatto è stata esaltata dal contorno, pur povero, ma sempre buonissimo.


Per finire gli altri commensali hanno approfittato del mastodontico carrello dei dolci, io ho preferito un assaggio di formaggi, veramente di grande qualità.


Abbiamo bevuto, scelti da noi:

un ottimo Magnificentia di Uberti S.A.

un grandissimo Clos de Beze di Rousseau ‘01

un appena sufficiente Vouvray Le Mont Molleux di Huet ‘96


Per finire, mi viene spontaneo un paragone con un altro grande ristorante visitato il giorno prima:

Due modi di affrontare la cucina completamente differenti:


Sperimentativa e con una ricerca, quasi maniacale, del nuovo, quella di Alajmo, sempre in discussione con se stesso e con i suoi commensali.


Più concreta, legata al territorio ed equilibrata quella di Perbellini.




A mio gusto preferisco la cucina di Perbellini, giudizio però dovuto forse all'ottimo vino che ha accompagnato il pasto, se devo proprio fare una critica agli Alajmo brothers, come li chiama Sararlo, è proprio data alla cantina, che, forse per motivi professionali, non mi ha colpito più di tanto.


Sapete, da noi si dice:

Se mangi bene e bevi così così, sei stato così così.

Se mangi così così e bevi bene, sei stao bene! :-)))

20 settembre 2008

Resoconto tardivo, ma credo interessante

Domenica 15 Giugno, ci siamo ritrovati a casa di Federico Grasso, Cantina Silvio Grasso, bravissimo produttore di La Morra (CN) per l'annuale barbecue del dopo "Degustar per vigne"( http://tinyurl.com/55kags ).


Come di consueto, si mettono a confronto cibi e vini.


Tra i cibi sono stati assaggiati il Lardo, la Soppressata, il Biroldo dalla Toscana, la Mortadella di Pasquini, lo Speck e la Pancetta affumicata di Lorenzo D'Osvaldo.


A confronto, sulla griglia un Controfiletto Argentino, la bistecca di Chianina e la bistecca di Mucco Pisano.


I salumi erano tutti molto buoni, artigianali, senza conservanti, molto particolare il Biroldo, con sangue di maiale dal gusto molto forte e particolare.


Tra le carni, la mia preferita da sempre, per la finitura in griglia è la Chianina, ottima anche quella del Mucco Pisano, leggermente più stopposo, ma molto saporito il controfiletto.


Per i vini la solita degustazione alla cieca.


Presentate 33 bottiglie, la maggior parte dell'annata 1999.


1) Barola Giacosa 1999: Colore mattonato, abbastanza alcolico al naso in bocca si notava una certa età, ancora ottimo se lo si accompagnava ad un buon umido o brasato. Voto IHV +1

2) Barolo Ceretta Di Germano 1999: Colore mattonato, al naso usciva una certa puzzetta, un poco di ridotto. In bocca continuava la sensazione di un vino poco pulito. Voto IHV -1

3) Barolo Bussia Soprana Aldo Conterno 1999: Colore più vivo dei precedenti, al naso un poco sporco, in bocca invece ne usciva un buon vino. Non armonico. Voto IHV 0.

4) Cabernet 1999 di una cantina Ungherese di cui non ricordo il nome. Molto chiuso, quasi ermetico. Voto IHV +1.

5) Pinot Nero Clos Vougeot 1999: Colore molto scuro, scambiato per uno Shiraz. Buon naso ed armonico in bocca. Voto IHV +1.

6) Maestro Raro Felsina 1999: Cabernet chiaro e lampante anche se un pò invecchiato, molto buono. Voto IHV +2

7) Merlot Germano 2004: Subito battezzato come bordolese, io l'ho scambiato per un uvaggio con Cabernet, sentivol'erbaceo, molto buono. Voto IHV +2

8) Brunate Elio Altare 1999: Nebbiolo netto, colore e profumi molto buoni, ancora molta vita davanti, non avrei mai detto che fosse un '99. Alcuni hanno sentito un leggero sentore di Tappo, io l' preso per un legno molto netto. Faceva parte di una magnum che è stata sdoppiata, nell'altra bottiglia nessuno ha sentito il tappo! :-). Voto IHV +2

9) Vitiano Falesco: Un poco chiuso, io l'ho scambiato per un Pinot Nero molto maturo, ma comunque molto buono. Voto IHV +2

10) Boldo TreMonti 1999: Sicuramente una trappola, il vino era chiuso e dal colore mattonato, non sono riuscito a battezarlo, però mi è piaciuto abbastanza. A suo tempo ebbe una buona valutazione sul Gambero Rosso. Voto IHV +1

11) Pinot Nero Savigny Chandon de Brialles Aux Fourneau 1999: Bel colore, ancora abbastanza scuro, ottimi profumi, in bocca ancora tannico, segno di una lunga vita davanti. Voto IHV +2

12) Volpaia Balifico: Battezzato come Sangiovese, molto chiuso al naso, in bocca era ruvido, non è piaciuto molto. Voto IHV -1.

13) Barolo Colonnello Aldo Conterno 1999: Uno dei vini che più mi è piaciuto, ancora fresco, buoni i profumi ed equilibratissimo in bocca. Voto IHV +2 +

14 ) Castel del Monte rosso: Non identificato, neanche ci ho provato. Molto chiuso con alcune puzzette che saltavano fuori. Voto IHV -1

15) Pinot Nero Rousseau Ruchottes-Chambertin 1999: Pinot Nero chiaro e lampante, un naso stupendo, peccato che in bocca non abbia dato sostanza alle aspettative. Voto IHV +1

16) Pinot Nero Mazoyeres Perrot-Minot 1999: Anche qui il Pinot Nero saltava subito fuori. Buon naso e buono in bocca. Equilibrato. Voto IHV +1

17) Avvoltore MorisFarm: Tappato!!!! ad un esame, voluto per forza, denotava comunque una buona qualità.

18) Pinot Nero Pommard "Pezerolles Montilles" 1999: Molto buono anche questo PN. La tipologia viene fuori alla grande. Voto IHV +1 +

19) Arborina Elio Altare 1999: Qui ho faticato a riconoscere il nebbiolo, il vino comunque era molto scuro, i profumi abbastanza fruttati, in bocca molto tannico. Voto IHV 1

20) Chateau Montrose 1999: Bordolese molto elegante, ancora giovane in bocca, la frutta era molto fresca. Voto IHV +1

21) Chambertin Rossignol-Trapet 1999: Uno dei vini più buoni della giornata. Grande equilibrio tra naso e bocca. Incredibile la pulizia del vino anche perchè quando andammo a visitare la cantina era quella con le botti più piene di muffa di tutte. Voto IHV +2 +

22) Nobile di Montepulciano Riserva Fatt.del Cerro: Il Sangiovese (Prugnolo)salta fuori alla grande, ruvido in bocca e molto tannico. Non proprio piacevole. Voto IHV 0

23) Arborina Elio Altare 1999: II° bottiglia di un altro Magnum portato da Elio, si conferma molto tannico, non so se perchè venuto dopo ottimi PN, ma mi è sembrato inferiore alla bottiglia precedente. Voto IHV 0

24) Brunate Elio Altare 1999: II° bottiglia come dicevo prima, nessuno ha più sentito il tappo, l'aria gli ha fatto bene, il legno si era integrato meglio dandogli una morbidezza molto presente. Voto IHV +1

25) Barolo Ciabot Manzoni Silvio Grasso 1999: Vino ben fatto, equilibrato e piacevole. Voto IHV +1

26) Hermitage Faurie 1999: Frutto sopra tutto, vino giovane, io lo avevo scambiato (un pò per scherzo) per un Lacrima di Morro. Molto Piacevole. Voto IHV 0

27) Barolo Pra Po Germano 1999: Molto buono, subito al naso è spuntata la viola, colore non troppo scuro, in bocca un grande equilibrio ed eleganza. Voto IHV +2

28) Shiraz Germano 2004: Sgamato subito, grande tipicità, ma anche un grande vino. Non sfigurerebbe in Cote Rotie. Voto IHV +2 +

29) Barolo Bricco Luciani Silvio Grasso 1999: Anche qui uno dei più buoni della giornata. Eleganza e morbidezza le caratteristiche più evidenti. Questo vino dei padroni di casa merita un posto nell'olimpo dei vini. Voto IHV +3

30) Percarlo San Giusto a Rentennano 1999: Dopo il Bricco Luciani ha fatto una figura magra, con il senno di poi un voto più alto lo avrebbe meritato, ma al momento... Voto IHV 0

31) Nebbiolo Val de Preti Matteo Correggia 1999: uno degli ultimi fatto dal povero Matteo. Poco e niente da invidiare al Bricco Luciani, la mia votazione è stata infatti paritaria. Voto IHV +3

32 Insieme 1999 Silvio Grasso: Un altro grande vino, che a fine degustazione è tutto dire! Buoni profumi ed abbastanza grasso in bocca. Voto IHV +2


33) Vino Libanese di cui non ricordo il nome, non degno di nota! :-)))


Che dire, è stata una bella esperienza che spero di riuscire a ripetere il prossimo anno.


Approfitto di queste pagine per ringraziare di nuovo, prima di tutto Federico Grasso e la sua simpaticissima signora, e poi tutti i partecipanti che, chi più chi meno, hanno contribuito con il loro apporto e la loro presenza a rendere grande questa giornata.


Ciao


Stefano


A maggiore chiarezzo allego il metodo di valutazione vini adottato a suo tempo da IHV

-2 Blah .. questo vino è una schifezza. Sputo anche quello che ho in bocca

-1 Il vino non mi piace proprio. Faccio finta di nulla e chiacchiero per non dover finire il bicchiere

0 Il vino può essere bevuto senza morire

+1 Il vino è buono. Viene voglia di bere un secondo sorso e versarsi un altro bicchiere

+2 Questo vino è molto buono, ne compro volentieri qualche bottiglia da portare a casa

+3 Oh !! ... Meraviglia... Questo è il vino che voglio offrire agli amici per fare una bella figura.

13 giugno 2008

PRESENTAZIONE LAGEDER

Continuiamo con le presentazioni delle aziende, con il form del paghi 2 ed il terzo te lo offriamo noi.

L'azienda che presenteremo sarà una azienda storica dell'Alto Adige : Alois Lageder( http://www.aloislageder.eu/ita/home.php ).

I freschi vini dell'Alto Adige bene si adattano ad un aperitivo in compagnia, ma anche alla cucina estiva, con pochi grassi e molti profumi.

Sabato 14 Giugno 2008 sempre dalle ore 17,00, la presentazione proseguirà per tutta la serata.

Arrivederci
Stefano

07 giugno 2008

Presentazione Monte Rossa


Come abbiamo preannunciato, sabato prossimo, 14 Giugno, proseguiremo con le presentazioni delle aziende, con il form del paghi 2 ed il terzo te lo offriamo noi.

L'azienda che presenteremo sarà una azienda della Franciacorta, Monterossa ( http://www.monterossa.it/ITA/index.htm ).

Con il caldo che speriamo prima o poi arrivi, un pò di fresche bollicine, serviranno ad aprire la serata ed a conoscere questa azienda che è tra le più serie della Franciacorta.

Sempre dalle ore 17,00, la presentazione proseguirà per tutta la serata.

I vini presentati saranno i seguenti:

Monte Rossa Prima Cuvée
Monte Rossa P.R.
Monte Rossa Satén

Prezzo € 6,00 al calice

Arrivederci
Stefano

03 giugno 2008

Presentazione LIS NERIS

Sabato prossimo, 07/ Giugno, presenteremo i prodotti della azienda Lis Neris di Alvaro Pecorari. http://www.lisneris.it

E' una nuova formula che sperimenteremo, per invogliarvi a provare i prodotti dell'azienda, ogni due calici ne offriremo un terzo noi.

Un pò come al supemercato, paghi 2 e prendi 3, solo che qui sono prodotti di altissima qualità.

La presentazione avrà inizio alle ore 17,00 e proseguirà per tutta la serata.

Nei prossimi sabati, presenteremo altre aziende con il medesimo form, spero che sia di vostro gradimento.

Arrivederci
Stefano

PS: costo della presentazione: € 3,50 al calice

07 aprile 2008

Vinitaly 2008

Siamo tornati, dopo l'assenza dello scorso anno, al Vinitaly a Verona.


In questo Vinitaly dei "veleni", abbiamo fatto una toccata e fuga. Purtroppo gli impegni di lavoro non ci hanno permesso una visita più approfondita.


L'impressione è stata di un certo "nervosismo" tra gli operatori, dovuto più che altro alle notizie apparse sui giornali opera di un certo "Giornalismo sensazionalistico" che cerca più la notizia per riempire le pagine dei giornali, che il serio approfondimento sul problema.


Tirare fuori notizie generalizzanti che spargono sterco sul prodotto Made in Italy proprio durante una manifestazione internazionale così importante, non mi fà pensare ad altro.

Le truffe ci sono sempre state, sia in Italia che nel resto del mondo, scriverne, proprio durante il Vinitaly, in questo modo sensazionalistico ed approssimativo, mi ricorda uno spettacolo di Aldo, Giovanni e Giacomo, quando il Giacomino impersonava il tale Tafazzi che si dava le martellate sugli zebedei.


Copio ed incollo un intervento di un amico esperto biochimico:

Articolo: "I due acidi, assieme alle altre sostanze cancerogene, non uccidono subito, ma lo fanno progressivamente, in modo subdolo."



A parte che non si capisce di quali sostanze cancerogene parli, 'sta storia degli acidi che "uccidono progressivamente, in modo subdolo" è una cagata pazzesca. O ti bevi l'acido puro e muori QUASI subito tra atroci sofferenze ustionandoti le viscere, oppure (come sarebbe questo caso) hai i prodotti di neutralizzazione dei suddetti acidi, cioè cloruri e solfati. Non mi risulta che la pasta al sugo uccida progressivamente, né la birra di Burton-on-Trent. Alcolismo a parte.



Articolo: "L'acido cloridrico, comunemente chiamato acido muriatico, può provocare profonde ustioni se finisce sulla pelle, se ingerito è devastante."



Sì, certo, puro. Ma nel vino non sarà mai puro. Se lo diluisci troppo poco, rendi acido il vino e comunque non lo berresti. Se lo neutralizzi, lo rendi salato, e idem.

Do la mia interpretazione ai fatti. Si tratterebbe, da quanto ho capito, di un caso di sofisticazione in cui si è voluto aggiungere saccarosio. Perchè questa non venisse scoperta, si è convertito il saccarosio in glucosio+fruttosio. Questa operazione si fa normalmente con acidi (o con enzimi), i suddetti cloridrico o solforico. Si ottiene il cosiddetto "zucchero invertito", ingrediente comunissimo in pasticceria senza che nessuno abbia mai (giustamente) avuto nulla da ridire. A questo punto si è usato lo sciroppo ottenuto per edulcorare il vino. Se le cose stanno così, si tratta di un grave caso di frode, ma non ci sono pericoli per la salute.

Quanto a "concimi e fertilizzanti" (chissà che differenza c'è...), non mi esprimo perchè l'articolo non dà nessun elemento (tipo quali sarebbero, perchè metterli nel vino, eccetera).


Per quanto invece concerne la faccenda del Brunello, tagliato con vitigni internazionali, è storia vecchia.

Da sempre si sà che il mercato predilige vini "piaciosi" e da sempre si sà che il Brunello è tutto tranne che "piacioso".


Il cercare di rendere un vino più apprezzato dal mercato internazionale è un obbiettivo che i grandi (inteso come numeri di bottiglie prodotte) produttori hanno da sempre perseguito.

Il fatto di farlo al di fuori della legge è sì una notizia, ma che si poteva dare anche in un altro momento, IMHO.


Tornando a Vinitaly, vi riporto alcune note, molto sintetiche, dei vini assaggiati così di corsa.


Valtellina: Allo Stand di Nino Negri, c'era la solita ressa, perciò siamo riusciti ad assaggiare solo il Sassella Le Tense 2004, buono, elegante come al solito, buoni profumi e tannini ben levigati.

A fianco c'era lo Stand di Sandro Fay, deserto (misteri del marketing), siamo perciò riusciti a degustare quasi l'intera produzione:

Nebbiolo 2006, appena imbottigliato apposta per il Vinitaly, ancora leggermente tannico, ma comunque elegante e con un ottimo bouquet.

La Faya 2005, nome di fantasia per questo blended da uve Nebbiolo, Merlot e Shiraz, un vino facile, profumato, morbido, un bicchiere leggero ma piacevole.

Sassella Il Glicine 2005, un vino più sul fruttato, un pò meno acido dei seguenti, ma con una estrema pulizia.

Valgella Cà Morei 2004, grande Valgella, un bouquet ampio e netto, grande pulizia sia al naso che in bocca, molto elegante. A seguire abbiamo assaggiato il 2005, pure questo molto buono, anche se sembrava un pò "cotto", se mi passate il termine, forse dovuto all'annata più calda.

Valgella Carteria 2004, come per il Cà Morei, il tutto con una piacevolezza se si può maggiore, lo stesso si può dire per l'annata 2005.

Sforzato Ronco del Picchio 2004, Non poteva sbagliare e non lo ha fatto, nonostante la potenza, rimane comunque l'eleganza la caratteristica dei vini di Sandro Fay.


Abbiamo poi assaggiato qualcosa da Rainoldi, ma sia il Grumello che il Sassella avevano la sensazione di vini poco puliti.


Una capatina in Franciacorta per pulirci la bocca ci ha portato allo stand di Vezzoli dove abbiamo assaggiato il Brut, forse ancora più buono del solito, un poco sottotono invece ho trovato il Saten ed il Rosè.


Ci siamo poi spostati in Veneto per assaggiare la produzione di Gino Fasoli, produttore biologico da tanti anni recentemente passato al biodinamico senza però pubblicizzarlo troppo.

Soave Borgoletto 2007, vinificato in acciaio, solita espressione floreale, buon bouquet, vino molto equilibrato, molto piacevole.

Liber 20004, Mosto fiore di Garganega raccolta ai primi di Settembre, pigiatura effettuata con la sola forza di gravità. Una buona acidità che gli consentirà un lungo affinamento, a me non è piaciuto molto sopratutto al naso, poco ampio.

Soave Pieve Vecchia 2005, uve raccolte in tre tempi per cogliere la giusta maturazione dei grappoli, colore dorato intenso, corpo pieno, acidità non troppo elevata. Il 2006 assaggiato dopo aveva un colore pù verdognolo, ma un bouquet più floreale ed una acidità più elevata, IMHO più elegante e piacevole.

Valpolicella 2006, metà in legno, metà in acciaio, un colore rosso rubino brillante, bel bouquet di frutta fresca, in bocca tannini levigati e pronto.

Valpolicella Ripasso 2004, legno grande, morbido e piacevole, un bel vino.

Amarone 2003, colore scuro, ma brillante, profumi di frutta matura, senza essere marmelattosi, buon corpo, un vino molto corretto.

Amarone Alteo, da uve Corvina ed un pò di Corvinone. Uva surmatura e poi appassita, un amarone atipico, con un residuo zuccherino che si fa notare, su una fascia di prezzo forse un poco elevata.


Siamo poi passati ad assaggiare i vini selezionati da Pevarello.

Tenuta Kornell Sauvignon Cosmas 2007, sembrava di bere il La Foa, una tipicità spinta ai massimi, un vino perfetto, IMO farà parlare di sè.

Sempre di Kornell il Gewurtztraminer Damian, all'opposto quasi atipico. L'aromaticità appena percettibile, secco, si faceva fatica a battezzarlo un gewurtz.

Meroi Chardonnay 2006, il legno si sente eccome, ma è ben dosato e di qualità, un grande Chardonnay.

Poully Fumè Pabiot 2006, un vino base, che ha dalla sua un buon rapporto qualità prezzo, ma sinceramente da un Poully mi aspettavo qualche cosina di più.

Serro 2005 Az.Il Mottolo, 60% Merlot, 25% Cabernet Franc, 15% Cabernet Sauvignon, vino piacevole, da bersi anche subito.

Sassonero 2006 Cà Lustra Villa Alessi, Merlot in purezza. Pronto ma con possibilità di affinare ancora per qualche anno. Un buon bicchiere di vino per coloro a cui piace il Merlot.

Kornell Cabernet 2005, faccio fatica ad apprezzare in pieno i vini rossi alto atesini che non siano gli autoctoni, sono talmente buoni che mi fanno pensare agli originali Bordolesi ed a questi paragonarli. Questo ha un colore granato scuro, brillante, in bocca il peperone spunta prepotente, i tannini cono ben equilibrati con la parte morbida del vino, un bel vino, che però lascia sempre un però...

Sassotondo 2007, gran bel frutto, un vino piacevole anche se molto, troppo facile.

Riserva San Lorenzo 2005, il ciliegiolo, IMHO, non è vino da Riserve, come è piacevole fresco e fruttato, così si confonde nella massa dei vari vini toscani affinati in botti quando è in questa versione.

Rosso di Montalcino Il Poggiolo - Terra Rossa, un buon rosso, ma senza infamia e senza lode.

Brunello di Montalcino Il Poggiolo - Terra Rossa, un buon Brunello, semplice, ma con un buon corpo ed una piacevolezza di tannini, ben levigati, che non ricordavo da tempo sui Brunelli.

Merlot Badie Filip Miani, che dire, il nome incide sulla descrizione, ma il vino è veramente grande. Un Merlot di rara eleganza che rifiuta il piacioso tipico della tipologia, per fare uscire un vino di altra categoria.

Champagne Diebolt - Vallois a Cramant, villaggio nel comune di Epernay, famoso per i suoi Chardonnay. il Brut base non mi fà impazzire, anche se sò che a qualcuno, amante di certi tipi di ossidazioni, può piacere, il Blanc de Blancs è decisamente superiore, fine ed elegante, si fa perdonare l'orribile etichetta!


Un salto da Elio Altare non poteva mancare, i suoi vini mi fanno impazzire, perciò vi dico solo che ho assaggiato solo i base, il Nebbiolo, il Dolcetto ed il Barolo, non c'è pezza, non sbaglia mai.


Sempre in zona abbiamo assaggiato un piccolo produttore di Soave, Tamellini, due fratelli che lavorano prima di tutto in vigna, lo si capisce dalle loro mani. Il prodotto che ne traggono è veramente molto valido, sia il base che il Le Bine de Costiola, sono vini notevoli, soprattutto il Le Bine, da viti di 40-50 anni raccolti in più passaggi fino alla vendemmia tardiva. Il Recioto poi ha un chè di incredibile per complessità, ampiezza e persistenza.


Visto che era lì vicino abbiamo sentito anche i vini di Antonio Terni, Le Terrazze.

Rosso Conero 2006, buona base, ma ancora molto indietro nell'affinamento.

Sassi Neri 2004, un grande Montepulciano, già pronto, ma capace di un ulteriore affinamento, grande equilibrio con un bel corpo. Il 2005, che uscirà in autunno è comunque pronto , forse dipendente dall'annata più calda.

Vision of J.(ohanna) 2004, selezione di Montepulciano in purezza, non per niente è una selezione, qualitativamente il suo miglior vino.

Chaos 2005 uvaggio di Montepulciano e Merlot, un bel colore ed un bouquet ampio e consistente. In bocca è molto piacevole.

Chaos 2004 al blended è aggiunta anche una piccola parte di Shiraz che non c'è nel 2005 perchè non era venuto bene. Forse più pronto del 2005, sicuramente più elegante ed armonico.

Planet Waves Montepulciano e Merlot, un vino fatto su richiesta e firmato da Bob Dylan, ma che IMHO non stà alla pari con gli altri migliori di Antonio Terni.


Abbiamo poi fatto una carrellata di Morellino di Scansano, presso il Consorzio dei Produttori, ottimo modo si assaggiare parecchi vini senza perdere troppo tempo.

Per brevità allego al nome del vino solo una votazione da 1 a 10.


Belguardo, Mazzei 6

Ghiaccioforte, Romitorio 7

Col di Bacche, 8

Colli Ucellina, La Selva, 9

Petramora, Tenuta Petramora, 4

Colle Spinello, 6

Poggio al Lupo, 8

Roccapesta , 7

Marteto, Bruni, 5

Podere 414 , 6

Poggio Nibbiale, 7


Altra carrellata per quanto riguarda la Liguria


Pigato:

Valle Ponci 5

Noberasco, 4

Aimone Giobatta, 7

Ramoino, 7

Cygnus Poggio Gorleri, 7

Cascina Praiè, 6


Cinqueterre:

Forlini Capellini, 4

Burasca, 7

La Polenza, 6 1/2

Poduttori 5terre Costa de Campu, 5

Buranco, una etichetta che non conoscevo (l'etichetta, non il produttore), 6


Ultimo padiglione visitato il Friuli

Su consiglio di PPP abbiamo assaggiato i vini di:


Simon di Brazzan, giovane produttore di Brazzano di Cormons

Pinot Grigio una macerazione di tre giorni sulle bucce dà al vino un colore intenso, quasi rosato, il vino è piacevole, fresco e con un bel bouquet.

Blanc di Simon, Tocai, grande naso con un bel colore paglierino con virate al verdognolo, in bocca è pieno e molto piacevole.

Malvasia, stesso colore del tocai, peccato per un pò di ridotto al naso, in bocca è comunque piacevole.

Pinot Grigio Magnum, lo stesso della 0.750, ma solo per questo tipo di imbottigliamento la macerazione sulle bucce è durata 18 giorni, quindi una vinificazione quasi "in rosso". Molto particolare il vino, ma piacevole anche questo, con un pò di corpo in più, facile farlo andare a tutto pasto.

Cabernet Franc, ancora molto giovane, un vino semplice che fra qualche anno darà il meglio di sè.

Merlot, prova di vasca, è il vino top dell'azienda, colore rubino molto scuro, grande corpo e dotato di una notevole struttura. veramente valido.


Bracco Elisabetta, anche questa una giovane produttrice di Brazzano, fà un vino, Ultimo (è il nome del vino) , da uve Tocai provenienti dall'ultimo vigneto di Tocai del 1946, veramente interessante. Questi Tocai, che oramai purtroppo non si possono più chiamare così, sono tornati ad essere il fiore all'occhiello dell'enologia friulana. Grandi profumi, grandi estratti, grandi vini.

Bracco Bianco, un uvaggio da uve Tocai e Sauvignonì con una notevole aromaticità, buona struttura e buon corpo, veramente piacevole.

Pinot Bianco, un vino ben fatto, ma che non ha particolari distinzioni da altri ottimi Pinot Bianco prodotti in zona.

Refosco dal Peduncolo Rosso, campione dalla vasca, molto piacevole, se non perde in freschezza, è un gran bicchiere di vino.


Per finire abbiamo assaggiato i due vini prodotti dall'azienda Zuani. Tutti e due uvaggio di Chardonnay, Pinot Grigio, Sauvignon e Tocai, uno fa solo acciaio, l'altro fa un passaggio in legno piccolo. Un bouquet ampio per entrambi, particolare freschezza per il primo, mentre un legno molto ben amalgamato per il secondo. Una produttrice molto interessante da seguire.


Giunti a questo punto, Manuela era stanca morta e perciò ho salutato Sandro, che ci aveva raggiunto nel pomeriggio e con il quale mi scuso qui per averlo lasciato da solo, ma come saprete quando una donna è stanca, diventa noiosa, e ce ne siamo tornati a casa, passando però prima da Perbellini a Bovolone a comperare un pò di sfogliata che nei prossimi giorni ci addolcirà le cene in Enoteca.


Ciao Stefano




04 aprile 2008

ADDIO COSE BUONE DALL' ITALIA



Ennesimo boicottaggio del "FARE ARTIGIANALE"




Non ostante la dura lotta in difesa dei prodotti tipici di alcuni anni fà,l'Europa continua a combattere l'artigianalità, e la bontà, dei prodotti tipici italiani.




Proprio oggi ho avuto un colloquio con il Sig. LorenzoD'Osvaldo da Cormons , artefice di uno dei più buoni prosciutti della nostra penisola e mi ha riferito che purtroppo stà passando attraverso le forche caudine della burocrazia europea e di conseguenza di quella italiana.




Causa una denuncia di un non ben precisato concorrente, grande industriale, si è ritrovato tra i piedi gli ispettori di Bruxelles che gli stanno contestando il suo modo di stagionare i prosciutti.




Come prima conseguenza, per la produzione del 2007, invece che essere affumicata nel piccolo affumicatoio di famiglia, usato da decenni, con le erbe aromatiche tipiche del Collio come da sempre aveva fatto , ha dovuto commissionare l'affumicatura ad un laboratorio esterno, sempre che gli ispettori non vadano poi a bloccare anche questo.




Ulteriore obiezione che gli è stata mossa è stata quella di fare asciugare i prosciutti all'aria fresca di Cormons invece di usare ambienti con aria climatizzata che ricircola nell'ambiente.




Ora io mi domando: E' mai possibile che in nome di una millantata igiene si distrugga un patrimonio culturale e gastronomico che ci invidiano in tutto il mondo?

Dico millantata, perchè la pulizia e l'igiene del magazzino di D'Osvaldo non è messa in discussione, ma quello che è messo in discussione è l'aria delle colline del Collio.




Chi conosce il prosciuttificio di D'Osvaldo sà benissimo che è situato al confine con le vigne e le colline che circondano ad anfiteatro il paese di Cormons. Lo smog e l'aria inquinata delle nostre città non hanno niente a che fare con l'aria di queste colline friulane. Come si può richiedere di fare stagionare i prosciutti in una cella climatizzata e mantenere la tipicità dei prodotti. Tanto varrebbe stagionarli a Roma o Milano, l'aria della cella rimane sempre quella.




Se questa interpretazione burocratica dovesse diffondersi, diremmo addio alla qualità dei prosciutti italiani, sia quelli friulani che quelli di Parma, ricordo ancora la bellezza delle centinaia di prosciutti appesi nelle corti dei prosciuttifici di Langhirano, che quelli di tutte le altre zone DOP per la produzione del Prosciutto tipico di qualità.




E' mai possibile che la burocrazia non riesca a capire la differenza che c'è tra una produzione industriale ed una artigianale?

Che non riesca a capire che la cura che ci mette un produttore industriale non sarà mai attenta come quella di chi produce poche centinaia di prosciutti all'anno?




E allora perchè richiedere sistemi di produzione che mettono sì al riparo da eventuali errori di attenzione da parte degli addetti, ma che snaturano i prodotti estirpandoli dal legame con il proprio territorio. Questi prodotti sono ormai talmente rari e di ricerca che un consumatore deve farsi in quattro per trovarli ed allora perchè si vuole distruggerli?




Con questo sfogo ho voluto mettervi a conoscenza della situazione.




Io credo che se ci si muove, ognuno nel suo ambiente e se qualcuno conosce anche qualche media che possa farne un movimento a livello nazionale, come a suo tempo fu fatto a difesa del formaggio di fossa e del lardo di colonnata, forse riusciremo a salvare la tipicità di queste piccole produzioni artigianali che fanno grande il patrimonio gastronomico italiano.




Coraggio MUOVIAMOCI!!!




Stefano









25 marzo 2008

Pasqua 2008



Pranzo in famiglia



Il pranzo pasquale, con tutta la famiglia riunita, ha offerto l'occasione di aprire qualche bottiglia riservata per l'occasione.



Abbiamo iniziato con un Verdicchio di Vallerosa Bonci, il Misciano 2004.

Un verdicchio veramente piacevole, 13 gradi svolti, ma non si sentivano, in bocca una piacevole freschezza ed un sentore di zafferano lievemente sovrastato dalle mandorle fresche. Pronto, ma lo si può anche attendere ancora per qualche anno.



A seguire un San Michele Verdicchio dei Castelli di Jesi di Vallerosa Bonci 2004.

Qui i gradi, 14, si sentivano tutti. Anche se più rinomato del primo, la gradazione così importante toglie la piacevolezza della beva, anche se bisogna ammettere che è un gran vino. Colore giallo paglierino tendente al dorato, profumi di mandorle, acacia ed ananas, decisamente pronto.



Sangiovese Francesconi 2001.

Comperato qualche anno fà che era spettacolare, il tempo non gli ha reso giustizia. Purtroppo i tannini sono rimasti troppo verdi e l'acidità se ne è andata rendendo il vino poco armonico e poco piacevole. Peccato



Domain La Truffiière J.M.Boillot 2001 100% Syrah Languedoc
Una scoperta dello scorso gennaio durante il viaggio in Borgogna. J.Marc Boillot,ottimo produttore di Pomard, ha alcuni appezzamenti in Languedoc, dove produce vini rossi con base Syrah , Carignano ed altri, e vini bianchi con base Roussane, Viognier e Vermentino. Questo Syrah ha poco da invidiare ai più famosi Cote Rotie. Colore quasi impenetrabile, un bouquet di profumi che vanno dalla marmellata di prugne al tabacco fresco, passando per una nota selvatica animale impressionante. In bocca è praticamente perfetto, in sostanza, io e mio fratello abbiamo finito la bottiglia in cinque minuti!



Casalferro Barone Ricasoli 1996

Un grande vino da un blended di Sangiovese e Merlot. L'età comincia a farsi sentire, ma i tannini importanti del Sangiovese reggono la struttura di un vino dal forte carattere. Dal colore leggermente mattonato, i profumi sono ormai sullo speziato, il tabacco ed il goudron, ma con un ottimo equilibrio. In bocca come detto i tannini sono importanti, leggermente grezzi. Dal Merlot mi aspettavo un arrotondamento più sensibile. Un buon corpo con una discreta acidità. Nel complesso un bel bere, ottimo con il bollito che abbiamo mangiato. Ormai maturo da bersi senza aspettare altro tempo.



Un ciao a tutti



Stefano

03 marzo 2008

Gita da Dal Vero a Badoere

Che dire, mi sembra inutile ripetere le lodi sparse sul web da penne più illustri della mia, lodi tutte meritevoli, tra l'altro.

Ogni tanto mi piace fare il bastian contrario, più per amore della discussione che per ragion avveduta.

Questa la premessa.

Dopo tanto tempo che lo aspettavo, ho trovato l'occasione per "salire" in quel di Badoere, piccola cittadina, se non paese, della pianura che c'è tra Treviso e Castelfranco Veneto.

Partiti da Bologna con 28 gradi, sembrava estate, siamo arrivati con un velo di nebbia a Padova che ha riportato la temperatura ai più giusti 15 gradi dei primi di Marzo. Abbiamo poi proseguito sulla nuova strada che porta a Castelfranco e che ci ha fatto risparmiare un buon quarto d'ora di macchina, fino a giungere a Badoere con di nuovo il sole, ma senza alzare troppo la temperatura.

Trovato dopo una qualche ricerca il ristorante, la piazza era invasa da centinaia di bancarelle di un interessante mercatino dell'antiquariato, ci siamo seduti a fianco della cucina a vista.

Locale, rivestito di legno, ma con un taglio moderno che ci è piaciuto molto.

Siamo venuti fino qua per trovare la decantata "frattaglialonga", un menù specifico studiato sul tema delle fratttaglie.

Come dicevo in premessa, le lodi sono tutte meritate, sopratutto per la voglia di riproporre materie prime ormai cadute nel dimenticatoio.

La maestria delle preparazioni è esemplare, segno di una scuola seguita con attenzione e passione.

Per cercare il famoso "Pelo nell'Uovo", potrei dire che le aspettative erano superiori.

Essendo aspettative appunto, non erano suffragate da niente, rimane però una piccola delusione.

Delusione data sopratutto da una mancanza di coraggio.

Coraggio che è mancato, In My Humble Opinion, ad Ivano nel conservare i sapori forti della materia prima usata.

Abbiamo rilevato in queste preparazioni, così ben eseguite a livello professionale, una ricerca volta a rendere quasi "sterilizzati" i sapori delle frattaglitudini, come le chiamerebbe un caro amico.

Questa sterilizzazione, se porta i piatti presentati ad essere più accettati dalla stragrande maggioranza della clientela, porta allo stesso tempo ad un calo dell'identità delle materie prime, tutto questo IMHO.



I piatti più aprezzati, sono stati:

l'hamburger di animelle con l'uovo a bassa temperatura, mi ricordava tanto la frittata di animelle che faceva la mia nonna.

I nervetti con salsa verde, semplicemente squisito, appiamo aprezzato l'equilibrio della salsa verde a cubettini con il grasso dei nervetti.

La milza avvolta da un foglio di cipolla, presentata come se fosse una seppia, un sapore forte equilibrato dal dolce della cipolla come da tradizione veneziana.

Il rognone di vitello con purè di sedano rapa. Questo è stato il piatto che più di tutti, a mio giudizio, porta alla mente le frattaglie intese come le intendevo io. Mangiato singolarmente, si apprezza il sapore del rognone con la sua amaritudine imperante. In matrimonio con il purè di sedano rapa, questa amaritudine viene smorzata fino a raggiungere un equilibrio perfetto.

In abbinamento al pasto, abbiamo bevuto un Franciacorta Vezzoli Brut, come aperitivo, uno dei migliori produttori di Franciacorta che io conosco.
Un Nebbiolo 2006 di Elio Altare semplicemente spettacolare.
Un Pinot Nero Mazon 2004 di Gottardi, grande come sempre, aprezzato di più dopo che abbiamo fatto cambiare i bicchieri che non facevano esprimere al vino tutte le sue potenzialità.


Spero che chi ha abbastanza confidenza con Ivano Mestriner, nel riportargli questo mio commento (che con lui non ho fatto per mancanza di confidenza) si ricordi che abbiamo apprezzato tantissimo la sua cucina, questa mia è una opinione personale che vale un tanto al kilo. :-)

Spesa totale € 60,00 a testa senza il vino, compresi qualche bis e piccoli extra che ci sono stati serviti a tavola.

Ciao

Stefano

23 gennaio 2008

CENA FRANCESE

Venerdì 25 Gennaio 2008

Come da abitudini oramai consolidate da tempo, al ritorno dalla mia gita in Francia di inizio anno, per il Marché aux Vins di Ampuis, proponiamo una "Cena Francese".

Il menù prevede:

Mezza dozzina di Lumache alla Bourguignon
Ravioli alla Rillette de Canard
Scaloppa di Fois Gras de Canard e Quenelle al Fois Gras de Canard al ristretto di Vino rosso
Dessert


Il costo della cena sarà di € 32,00 vini esclusi.

Cena su prenotazione, posti limitati.

Tel.+Fax : 051-948464
e-mail enoteca@parenti.com