19 aprile 2010

Il Piastrino

Domenica, bella giornata, perciò GITA!

Era un po’ che pensavo di andare a visitare Pennabilli, non c’ero mai stato, e poi volevo anche provare il ristorante di Agostini, perciò niente di meglio che unire l’utile al dilettevole!

Dopo una bella cavalcata sui tornanti di Sant’Agata Feltria siamo arrivati a Pennabilli. Arrocato paesino sulla Valmarecchia, ben tenuto ed abbastanza vivo, cosa che purtroppo, negli ultimi anni, è sempre più difficile trovare, ho notato una tendenza allo spopolamento dell’interno delle nostre colline sempre più elevata.

Con un angolo filosofico studiato da Tonino Guerra


Trovato, abbastanza facilmente il Ristorante, basta seguire i cartelli !

Entrati nel Parco Begni, ci si ritrova proprio davanti al bello stabile rurale, completamente ristrutturato in sasso che ospita Il Piastrino. Siamo accolti da una cortese signorina che ci raccoglie i soprabiti e poi ci accompagnerà per tutto il pranzo.

Seduti nella sala più grande, vicino al camino, per fortuna spento (era un gran caldo), ci hanno portato subito i menù e la carta dei vini.

Dopo una bella scorsa alla carta abbiamo scelto due Menù Gran Degustazione. Particolarmente gradita la possibilità di cambiare un piatto tra le proposte del menù.

Cominciamo con un benvenuto della casa composto da un Cous Cous di Cavolfiore con coppa di Mora Romagnola avvolta in una sottilissima fettina di arancio e di un bicchierino con una salsa di Strigoli sopra ad un formaggino fresco, tipo Raviggiolo e con un uovo di quaglia in camicia.
Bella la presentazione, su una tavoletta di ardesia, ottimo il Cous Cous, dove l’immagine del semolino è stata resa con del Cavolfiore leggermente acidificato con succo di limone e sminuzzato finissimamente, con l’aggiunta di, credo, una puntina di aglio. Equilibrio nel sapore raggiunto dalla “dolcezza” della coppa di Mora Romagnola avvolta nella fettina di arancio. Replica nel piacere con il bicchierino contenente una ottima salsa di Strigoli, ben realizzata, sia come densità che come sapore, il cui amaro si bilanciava con il formaggino e l’uovo di quaglia.

Primo antipasto del Menù: Storione con cremoso di bruschetta,chiodini, lardo e mirtilli.

Da pedante critico, trovo sempre un ma! Il piatto in sé era perfetto per appagamento ed equilibrio di sapori, unico neo la cottura dello storione, IO lo avrei preferito un pelo meno cotto, per il resto: lardo e mirtilli davano equilibrio ai sapori, cremoso di bruschetta e Storione, davano sapore ed appagamento.

A seguire: Quaglie e Foie Gras arrostite, con macedonia di asparagi, mandorle e stracchino.
Altro piatto ben realizzato, soprattutto appagante. Asparagi appena sbollentati tagliati a lamelle, carne cotta perfettamente e schiuma di stracchino che amalgamava le mandorle affettate con la carne.
Primo piatto: Maccherone farcito di faraona, con tartufi neri ed uva, salsa di porto e fegato grasso.
Più che maccheroni erano cannoli di pasta di grano duro, io avrei visto meglio, forse, dei paccheri ed unito alla farcia un qualcosa, tipo ricotta, per dare più morbidezza , ma tantè, il piatto era comunque molto appagante e, forse, il più buono di tutto il pranzo. Grande equilibrio di sapori e temperature, dolce-salato, caldo- freddo.Nel secondo piatto abbiamo richiesto la variante, Manuela ha preso quello in menù: Guancetta di vitellone, fondente con composta di topinambur e ristretto di bucce di grana padano

Io invece ho preso Agnello in due cotture (bocconcini fritti e costolette al forno), fonduta di peperoni e pecorino.
Il piatto di Manuela, molto buona, saporita e tenera la carne , aveva la particolarità di queste bucce di grana padano che avevano la consistenza dei pop corn, un modo di proporre gusti noti a consistenze diverse dal solito, una delle filosofie del primo Adrià che più mi piacciono.Il mio aveva un'unica pecca, la panatura dei bocconcini era di sapore quasi industriale, al sapore sembrava che non avessero messo il formaggio, ma è una mia idea. Molto buono l’accostamento del pecorino grattugiato grossolanamente.
Come predessert una crema calda con granatina di mela e cannella, particolarmente aprezzata da me che amo lo strudel, un po’ meno da Manuela che non ama la cannella

Con i dessert abbiamo richiesto un'altra variante, Manuela ha preso quella in menù, Quiche di albicocche appassite e mandorle, orzo tostato e gelato di zenzero,
nel quale era ottimo il gelato allo Zenzero, buona la pasta della Quiche, meno buone le albicocche appassite, sinceramente avrei visto della frutta diversa, ma è questione di gusti.

Io invece ho scelto il Babà al profumo di Rum, con coulis di mandarini e granita di thè Lapsang fumè.

Ottimo il babà, perfetto nell’assorbimento del Rhum, non troppo invadente ed alcolico, molto buona anche la coulis di mandarini, a me però non è piaciuta per niente la granita di thè. L’affumicato era troppo invadente e copriva il sapore del resto. E’ comunque bastato lasciarla nel piatto!

Pranzo accompagnato da una buona bottiglia di Barbera di Matteo Correggia del 2007 e da due bottiglie di acqua Panna naturale.

Con due buoni caffè ed un distillato di Amarene e Marasche di Capovilla, si è arrivati ad una spesa si Euro 130,00.

Spesi estremamente bene.