27 febbraio 2012

Ristorante Incontro, Carpi

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Febbraio 2012 
Un cliente ci ha chiesto la cortesia di allungargli un paio di bottiglie vicino a casa e noi ne abbiamo approfittato per provare questo ristorante di cui avevamo avuto notizie interessanti.
Sito sotto ad un albergo, attorniato da un nugolo di altre proposte gastronomiche, un cinese a fianco, un McDrive ed un Roadhouse di fronte, questo ristorante è riuscito a ritagliarsi una fetta di mercato tra i gourmet di Carpi e dintorni.
Ad un tiro di schioppo dall’uscita dall’autostrada, un vero e proprio”fuori casello”, si tratta dell’ultimo step di una coppia di coniugi dediti all’enogastronomia da quasi quaranta anni.
Cominciando l’avventura con un bar nell’ormai lontano 1974 , passando per altri locali tipo bistrò alla francese, non si poteva non finire alla ristorazione vera e propria.
La signora in sala a prendere le comande, il titolare, sommelier professionista, ci accoglie e ci diverte con le sue proposte.
Di solito un racconto di un ristorante lo si comincia con il racconto dei piatti, ma questa volta, lo comincio con i vini, in onore alla professionalità ed alla cortesia del sig. Gianfranco.
La carta dei vini è ampia, ben articolata e, anche se non ha una personalità spiccata, almeno a livello nazionale ed internazionale, è comunque divertente. La disponibilità poi del sig.Gianfranco di servire a bicchiere è un must che gli và riconosciuto.
Il nostro pasto, mio e della coppia che ci accompagnava, era  all’80% di pesce e preferendo solo  Manuela una quaglia, abbiamo, ho,  scelto un Trebbiano d’Abruzzo Valentini del 2009.
Ma… prima di cominciare ho tastato il polso al sig.Gianfranco. 
Avevo visto in carta che avevano un vino di Paltrinieri, l’Eclissi, Lambrusco di Sorbara 100%, ed avendone sentito parlare bene in giro, ho voluto soddisfare la curiosità di sentire se finalmente si era fatto un Lambrusco che potesse essere piacevole, almeno a me.
Come detto, il sig,Gianfranco è stato ben felice di aprirci una bottiglia e di farci assaggiare questo che è considerato come il vino di punta dell’azienda.
Colore rosa carico, fosse stato Montepulciano, sarebbe stato Cerasuolo, molto intrigante. In bocca però si rivela come un vino ben fatto, sì, ma pur sempre Lambrusco, con tutte le sue note fruttate, amabili, ma al tempo stesso leggermente amarognole.  In sostanza, l’ennesimo Lambrusco che NON mi è piaciuto.
Visto la nostra reazione, qui il sig.Gianfranco si è superato. E’ andato a prendere una bottiglia che non era in vendita che lui stesso aveva appena ricevuto dall’azienda produttrice affiche facesse loro una analisi organolettica de gustativa e mi ha versato un bicchiere di assaggio. Al colore sembrava quasi bianco, ma poi confrontato con il bicchiere offertoci da aperitivo, uno Chardonnay spumante di Terre da Vino (questo non buonissimo, almeno per me, leggermente aromatico e con un residuo zuccherino che non mi ha ben predisposto) si sono notati i riflessi color rubino di un Lambrusco di Sorbara 100% vinificato in rosa.
L’azienda era Bellei ed il vino, una nuova tipologia in commercio, sarà presentato come novità al prossimo Vinitaly.
Bhè, questo aveva una ragione di essere!
Se andate a Verona passate ad assaggiarlo e poi mi direte.
Tornando a Valentini, forse un po’ giovane per i miei gusti, ma una ottima bottiglia, buona acidità equilibrata da una notevole grassezza in bocca. Mi hanno tarpato le ali per l’ordine della seconda bottiglia, ma secondo me sarebbe finita anche quella!
Veniamo dunque alla tavola.
Un benvenuto dalla cucina, crocchetta di mortadella su crema di parmigiano, buona la crema, discreta la crocchetta anche se non amo molto le preparazioni dove si cuoce così la mortadella.
Manuela ordina due piatti dei quali assaggio un pochino:
Ravioli di pernice su salsa di mirtilli. Buona la pasta e saporito il ripieno, un pelo grossa la sfoglia. La salsa è forse un pelino dolce, ma non preponderante e perciò bilanciata, un buon piatto.
Quaglia disossata con panatura di nocciole. Anche qui ottima materia prima e ben riuscito l’abbinamento. Cottura perfetta, non troppo cotta, ma neppure cruda, la quaglia non è il piccione! Un pelo deludente l’abbinamento con la composta di  mele cotte e le zucchine frangipane.
Io invece ho preso un antipasto di cappesante su cime di rapa, veramente gustoso. Ottime le cappesante e perfetto l’abbinamento con le cime saltate in padella.
A seguire spaghetti di Gragnano con acciughe, triglie e sarde. Nel sito parla di profumo di basilico, ma, giustamente, non essendo stagione, il basilico non compare nel piatto. Qui siamo in flessione. Ottimo il punto di cottura della pasta e buono il gusto del condimento anche se le sarde coprivano totalmente il gusto delle triglie quasi annullandolo, la concia poi di pane, creava un amalgama che sinceramente non ho apprezzato.

Come secondo un piatto di calamari gratinati con buccia di limone e misticanza. Peccato che il limone coprisse il gusto dei calamari e che nel complesso fosse un poco unto, comunque sempre ottima la materia prima. Bene l’equilibrio di sapore con la misticanza.

Invece del dolce come al solito preferisco i formaggi e richiedo una mezza porzione di formaggi Italiani. Mi viene portato un assaggio di pecorino di Pienza, ottimo, uno di Bra stagionato, discreto, uno di Ragusano, troppo giovane, al mio gusto, ed un Blu di Baioli, stagionato sotto vinacce, veramente interessante e di carattere.
Ad accompagnare i formaggi una selezione di mostarde home made di zucca, dolciastra e poco senapata, di pomodori verdi, perfetta per equilibrio di sapori e piccantezza e di mele di una qualità di cui non ricordo il nome, ma che si sposava benissimo con il Blu finale.
In abbinamento un calice di Malvasia passito di Luretta, ottimo.
Il conto finale, con un caffè è stato si € 145 a coppia, secondo me ben meritati.