23 ottobre 2010

Symposium 4 Stagioni

Dopo più di un decennio torno a fare visita a questo ristorante che negli anni 80-90 è stato un plus della ristorazione marchigiana e nazionale.

Il Symposium era, ed è tuttora, famoso , oltre per la ricerca di prodotti del territorio, per le sue specialità di cacciagione.

Logicamente abbiamo prenotato una cena a base di caccia.

Accolti nel caldo salottino di fronte al camino acceso, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il Sig.Pompili ed alcuni ospiti della sua casa, al Symposium è possibile anche prenotare una stanza per trascorrere la notte, dopo una bella cena o per passare un Week End in mezzo alla campagna dell’interno di Fano.

Ci viene offerto un aperitivo,un Brut Rosato da uve Montepulciano della Fattoria le Terrazze di Numana, veramente piacevole. Un bel bouquet al naso ed una piacevole boccata, una bella acidità, un perlage molto fine ed una bella persistenza. Per accompagnare il vino ci offrono anche un assaggio dei salumi di cinghiale prodotti dalla casa, veramente ottimi.

Ci siamo poi accomodati nella sala da pranzo, arredata con cose di casa, tappeti e candelabri, un ambiente caldo e famigliare. Seduti al tavolo, bello distanziato dagli altri in modo da offrire più intimità, visto che tardavamo a deciderci su cosa segliere per il vino da accompagnare il pasto, il Sig.Pompili ci ha offerto anche una bottiglia di Champagne, De Venoge Brut Blanc de Blanc 2000, per accompagnare il benvenuto della casa. Il vino è, almeno per il mio gusto, molto buono. Grande acidità a pulire la bocca, perlage finissimo, un bel corpo ed una leggerissima punta di ossidazione che esalta il corpo del vino. Un vino più da pasto che da aperitivo.

Il benvenuto consiste in un piatto di nervetti di maiale su un sugo di fagioli, qualche fettina di tartufo ed una spolveratina di polvere di trombette da morto.

Nel complesso buono, ma secondo me, il sugo di fagioli copriva un po’ troppo il sapore dei nervetti.

Segue un Uovo fritto in camicia su polentina di patate e formaggio con tartufo bianco di Acqualagna. Anche in questo piatto, pur molto buono, ho trovato qualche cosa che sbilanciava il sapore complessivo. La polentina era molto saporita ed al mio gusto non equilibrava il piatto.

Ordiniamo finalmente un vino rosso, una Barbera Marun Di Matteo Correggia, un vino che a me piace sempre molto. Il 2002 non è stata un grande annata, ma i bravi produttori, declassando le uve non di qualità sono riusciti a fare, con quel poco che è rimasto, ottimi vini anche in questa annata. Un colore granato scuro, quasi impenetrabile. Ampio al naso e fresco, pur nella sua grassezza ed importanza in bocca.

Si continua con un crostino di fegato grasso d’oca su crema di formaggio di fossa e tartufo.

Questo è stato veramente un grande piatto, equilibrato nei sapori ma armonico nel suo insieme.

Cominciamo finalmente con il menù di caccia.

Risotto al fossa , tartufo bianco di Acqualagna, polpa di Beccaccia e riduzione al Porto. Ottima l’esecuzione, ottimi i sapori,leggermente poco armonico il legame che li univa.

Continuiamo con Rigatoni al sugo di selvaggina da pelo, con fossae tartufo e leggero pesto di rucola. Molto buono, equilibrato e ben saporito. Cottura della pasta perfetta. Unico neo, le foglie di rucola, rimembranze di una moda che ormai non ha più senso.

Passiamo poi adun vino più importante. Barbaresco di Albino Rocca Birc Ronchi del 1999 in Magnum. Bottiglia proveniente dalla cantina, perciò ha bisogno di un po’ di tempo per adattarsi alla temperatura e di aria per ossigenarsi, ma poi rivela tutto il suo splendore. Colore granato scarico, una leggera unghia aranciata, mille e mille archetti, finissimi, sul calice. Gran naso di viole e sottobosco. In bocca è corposo e leggermente alcolico, i tannini, belli rotondi, preparano la bocca alla saporita cucina che ci porterà in seguito.

Arriva quindi una Beccaccia arrosto, con il suo crostino, una cipolla ed una patata cotta sotto la cenere, sapori di un tempo che fu, almeno per me. Nato in una famiglia di cacciatori, da generazioni, la Beccaccia è sempre stata considerata da noi la regina della tavola. Difficile da lavorare, a causa del sapore delle sue carni molto variabile a seconda del momento in cui è stata uccisa e del luogo dove ha pasturato.

Questa era ottima. Cottura perfetta, petto al rosa e coscette per niente secche, la testa dolcissima.

Segue un pezzetto di cinghiale arrosto, con caramella della sua salsiccia e salsa di mele. Cinghiale proveniente dall’allevamento personale del Sig.Pompili. Mi stupisce il colore molto chiaro della carne, ma il sapore e la consistenza della carne sono da applauso, discreta la salsiccia, ottimo l’abbinamento con la mela.

Giungiamo quindi al dessert, un piatto di formaggi della zona, alcuni selezionati da Beltrami, altri dallo stesso Sig.Pompili, tutti veramente ottimi. Alcuni commensali hanno chiesto un abbinamento particolare e ci viene proposta una selezione di birre della repubblica Ceca importate direttamente dal Symposium.

Io non le ho assaggiate, preferendo finire il Barbaresco, ma gli altri commensali hanno trovata particolarmente intrigante quella alle ciliegie.

Tra una chiacchiera e l’altra, parlando di spiedo, ci è venuta poi voglia di un assaggio ed il Sig.Pompili ci ha subito assecondato proponendoci un assaggio di tordi ed allodole cotti allo spiedo verticale, sormontati dal una mela che, durante la cottura, lasciava colare il suo succo.

Finiamo la cena con un ottimo caffè ed un sigaro di nuovo davanti al camino nel salottino.

Conclusioni: cucina che rimane leggermente datata, anche se sempre di ottima fattura. Special bonus per l’ampia selezione di proposte di caccia, per gli amanti del genere.

Ampia carta dei vini anche se datati e con un ricarico a volte un po’ troppo importante.

Bella l’opportunità di fermarsi per la notte in modo da non incorrere in guai con il codice della strada!

Conto:

Aperitivi € 7,00 a testa

Menù di caccia € 100,00 a testa

Caffè €.2,00

Vino:

Barbera Marun € 55,00

Barbaresco Magnum € 102,00

Acqua e Champagne offerti.