24 luglio 2014

Verticale Gaiospino

La degustazione di alcune annate di uno dei Verdicchi più originali delle Marche è stata la scusa per trovarsi a casa di un amico a ridere e scherzare e, perché no, mangiare due cosette.
Mirko Castellucci mitico fornaio di San Colombano, appena fuori Meldola, ha casa in centro a Forlì ed approfittando dell’assenza della famiglia ci ha ospitato per questa degustazione, oltre a prepararci alcuni manicaretti come la sua favolosa spianata che ha farcito con funghi porcini saltati in padella e salmone
e un piatto di spaghetti di pasta Kamut con gamberi e funghi porcini, un revival anni 70 che ogni tanto non dispiace.
Cominciamo con un aperitivo di bollicine, Champagne Gosset-Brabant NV: bel vino, fresco con perlage fino e dal colore paglierino. Una piccola nota ossidativa dava al vino un carattere importante degno di un vino da tutto pasto.

Ma torniamo alla scusa di questa riunione.
Lucio Canestrari ha impostato la sua cantina, Fattoria Coroncino, con una filosofia molto particolare che ricorda molto quella del guru friulano Josko Gravner: fa il vino che piace a lui.
Poi, se piace al mercato, riesce pure a venderlo …  ed al mercato piace e pure molto, almeno se per mercato mi ci posso mettere io ed i miei amici.
Trovate in giro per varie cantine di amici  le seguenti bottiglie:
Gaiospino Fumè 1998
Gaiospino 1999
Gaiospino 2000
Gaiospino 2001
Gaiospino 2002
Stracacio 2003 E’ decollata la verticale:

Gaiospino Fumè 1998, legno perfetto, per niente invasivo, ancora una buona acidità in bocca dava equilibrio ad un vino corposo e persistente, tra i migliori della serata.
Gaiospino 1999, il tappo non ha tenuto ed il vino si è ossidato da bestia, non giudicabile.
Gaiospino 2000, bel colore giallo paglierino, con ancora qualche riflesso verdognolo. Al naso ancora molti fiori e poi frutta gialla matura. In bocca è armonico con un bell’equilibrio tra alcol e freschezza. Lunga persistenza. Un gran bel vino.
Gaiospino 2001, giallo chiaro ancora con bei riflessi verdognoli, al naso fiori di mandorla e di acacia. In bocca è un vino fantastico, a mio parere il migliore della serata. Armonico ed equilibrato con una freschezza lunga ed affilata che ti fa venire voglia di berne a litri.
Gaiospino 2002, dopo la grande prova del precedente un po’ ha pagato. Un pelo meno armonico, con poco corpo ed un pelo squilibrato verso la parte acida.
Stracacio 2003, non c’entra nulla con gli altri verdicchi, tutto un altro vino, quasi 16 gradi alcolici, è un vino da formaggi, ma ancora con una acidità importante che reggeva benissimo il confronto con l’alcol e lo faceva diventare un vino equilibratissimo ed armonico.

Un grazie di cuore a Mirko per averci ospitato e…

Alla prossima!

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