Il diciannove novembre millenovecentocinquantacinque sono venuto alla luce insieme ad uno dei più grandi vini italiani della storia.
Unico vino italiano presente nella top hundred del secolo scorso pubblicata a fine secolo da Wine Spectator, la più rinomata rivista enologica degli USA e tra le più rinomate del mondo.
Brunello Biondi Santi Riserva Il Greppo 1955.
In cantina avevo una di queste bottiglie e, con la scusa di controllare chi dei due ’55 si era conservato meglio, ho chiamato alcuni amici “enofili” per festeggiare insieme a me.
Quando si presentano, questi amici, non vengono mai a mani vuote, perciò, insieme all’amico Claudio Amadori, del ristorante Le Giare, di Montenovo di Montiano, abbiamo organizzato una cena per fare un po’ di fondo a quello che si sarebbe bevuto.
Alle 10 di mattina si presenta Omar, chef delle Giare con una macchina piena di ogni ben di Dio e comincia a darsi da fare per preparare la cena.
Alla fine tra parenti ed amici, a tavola saremo in 18 perciò c’è da fare!
Omar ci ha preparato una ventina di assaggi di vari micro piatti, cucchiai, tazzine e bicchierini.
Tutti stupendi, sopra tutti ricordo un bicchierino con una crema di ceci, sovrastata da foie gras d’anitra fresco cotto a bassa temperatura e poi caramellato, e poi un sandwich fatto con due filetti di saraghina con in mezzo una miscellanea di erbe, tra cui ho riconosciuto il finocchietto ed un ombra di castelmagno, ancora un cucchiaio con un mollusco di cozza immerso in una salsa verde, molto agliata che stuzzicava il bere benissimo.
Per primo Omar ci ha preparato dei tortelli fatti con una sfoglia alle olive taggiasche, ripieni di carciofi, serviti su una crema di carciofi e conditi con olive taggiasche e pomodorini confit, sgrassati da una salsa allo squaquerone.
Un piatto dal difficile abbinamento, ma veramente equilibrato nei sapori e molto appagante.
Altro primo, risotto con riso carnaroli alle allodole servito con una crema di ristretto di allodole e mirtilli.
Un piatto stratosferico!!! Grande armonia di sapori, equilibrio dei gusti ed appagante al massimo, per fortuna che Omar ha fatto delle porzioni “giuste”, da ristorante, altrimenti ne avrei mangiato una cofana!
A seguire piccione in due cotture: la coscetta cotta arrosto, avvolta in una fettina di pancetta ed il petto, al rosa, cotto a bassa temperatura, servite con una specie di “timballo” di patate e formaggio al forno.
Anche qui ho notato la perfetta armonia dei sapori e la impeccabile cottura delle carni.
Ndr: I vini sono stati valutati secondo il metodo IHV. Un metodo frutto di molte discussioni sul noto gruppo di di discussione it.hobby.vino, basato soprattutto sul piacere di bere un vino a prescindere dalla tipicità o meno dello stesso.
Fino ad ora abbiamo bevuto:
Champagne Isselè Pere e Fils Brut NV. Veramente buono, fresco, bella acidità, discreto corpo ed ottimi profumi. Voto 2
Champagne Billecart Salmon Magnum Brut. Fà una brutta figura dopo l’Isselè, più scarico, sia nel colore che nel corpo, perlage molto più fine e bouquet più piccolo w chiuso. Voto 1
Puligny Montrachet J.M.Boillot 2006 Camps Canet Ier Crù. Grande vino, fresco, profumato, di corpo, due bottiglie sono praticamente evaporate. Voto 3
Batard Montrachet Grand Crù Louis Jadot 1999 Magnum. Dopo il Pouligny, ha fatto una magra figura, meno fresco, meno corposo, ma soprattutto troppo legno ancora per niente assorbito e, data la scarsa acidità, credo che non lo assorbirà mai. Voto 0
Valtellina Superiore Valgella DOCG Carteria Sandro Fay 2007. Un gran bel nebbiolo, molto buono, fresco e armonico, in bocca è pieno e fruttato, equilibrato. Voto 2
Valtellina Sforzato DOC Ronco del Picchio Sandro Fay 2006. Ancora troppo giovane, è stato un infanticidio. Tannini ancora troppo freschi, anche se si notava una certa eleganza nel vino. Nel senso che non era di quelli Sforzati troppo ciccioni di alcool e di corpo a cui, purtroppo, molti produttori ci hanno abituato. Da ribere tra 5-6 anni. Voto 2
Pomard Ier Crù Les Jarollières 2005 J.M.Boillot. Un grande Pinot Nero. Un naso ampio è dire poco, dal floreale al fruttato, in bocca una bella acidità che non sovrasta il tannino già ben arrotondato. Il vino ha un bel corpo ed è discretamente alcolico. Voto 3
Amarone Bolla 1962. Il vino si sente che è stato un buon vino anche se ormai segnato dagli anni. Voto 0
Amarone Bolla 1969. Questo purtroppo era già andato, non so se per l’annata o per la cattiva conservazione. Fatto stà che è stato l’unico, anche tra quelli a seguire, in cui si è rotto il tappo. Voto 0
Per finire la cena, devo ringraziare un altro caro amico, Teo Favaro, che si è offerto di prepararci i dessert. Anche lui ha dovuto fare i salti mortali per lavorare con la poca attrezzatura disponibile da noi, ma ci ha comunque confezionato dei piatti che, al mio gusto, sono risultati mooolto buoni ed interessanti.
Come predessert ci ha preparato una Crème brülée al rosmarino, un dolce-salato che ha staccato con la cena e ci ha preparato per i gusti più dolci dei veri e propri dessert.
A seguire un Risi e Latte al cardamomo con Crema al Mascarpone e salsa al tè verde. Un dolce molto elegante, equilibrato. La crema al mascarpone, di una bella consistenza vaporosa, per niente stucchevole, ben si abbinava ai risi e latte ed alla salsa al tè verde, acida e forte.
Un ultimo dessert è stato una Spuma di Zabaione al Pedro Ximenes con Coulis ai Frutti di Bosco e Tuille di Mandorle. Un crescendo, bella la successione Teo, di dolce per finire in bellezza la serata. Delicatissimo lo Zabaione e buonissime, nonostante le difficoltà tecniche di realizzarle a casa nostra, le Tuille di mandorle.
Con questi dessert abbiamo bevuto:
AR , Albana di Romagna Passito Riserva 2006 Zerbina. Due bottiglie evaporate. Una freschezza da grande vino del nord, buon corpo e grandi profumi.
Alfred Merckelbach Urziger Würzgarten Riesling Berenauslese 2006. Bevuto dopo l’AR credevo che facesse magra figura, anche considerato il prezzo, invece, la magra figura l’ha fatto l’AR. Profumi profondi ed ampi, pieno di spezie. Acidità mastodontica, corpo pieno ed una lunghezza kilometrica.
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