22 novembre 2010

Vintage 55 Parte II°

Alla fine dei secondi, abbiamo voluto fare una degustazione alla cieca tra i vini portati dagli ospiti e qualcuno trovato nella mia cantina.

La degustazione, ricordo, sempre alla cieca, è stata fatta facendo una sfida adue, solo per i primi a tre, tra vini di uno stesso vitigno o comunque, più o meno assimilabili.

La prima batteria, da tre vini, era composta da:

Opus One Mondavi-Rotchild 1998. Colore molto scuro, al naso un po’ chiuso. In bocca era tannico e con una buona acidità, un corpo medio, non troppo importante. Voto 0

Vega Sicilia Unico 1990. Colore sempre molto scuro, al naso era più aperto, profumi di prugne e di ciliegia cotta. In bocca, qualcuno ha sentito una puntina di tappo, io no, un tannino con una trama molto fitta, una leggera notamentolata, da rovere americano, un poco erbaceo, io lo avevo scambiato per l’Opus One. Dico così perché il Vega Sicilia lo avevo già bevuto anni fa e mi era parso notevolmente migliore. Forse la bottiglia o forse, spero di no, una fase calante. Voto 0

Merlot di un piccolo produttore della Valtellina, non ricordo il nome. Non ci stava per niente nel confronto, ma questi primi due erano gli unici di vitigni diversi, anche se internazionali. Troppo giovane, l’annata 2009, sembrava un novello nel confronto, anche per il frutto fresco che aveva. Voto -1

La seconda batteria era composta da:

Barolo Monfortino di Giacomo Conterno 1995. Un colore granato scuro, al naso ampio e profondo, rosa appassita, frutti selvatici, cioccolato amaro. In bocca una grande eleganza, buona acidità, una trama tannica fitta e complessa. Voto 3

Barolo Brunate Elio Altare 2001. Un bel colore granato, più limpido del Monfortino. Al naso esplode un bouquet di profumi dalla viola alla rosa, al sottobosco. Dal cioccolato al cuoio. In bocca i tannini sono fitti ed intriganti, il corpo enorme, ma allo stesso tempo il vino aveva una eleganza divina. Voto 3+++

Terza batteria, qui siamo andati fuori scala, i criteri di IHV non bastavano più.

Chambertin Armand Rousseau 2000. Un rubino scuro, tendente al granato, cristallino. Al naso si sono aperte le porte del paradiso, un vero giardino con frutteto. In bocca era ampio, corposo, con tannini morbidi e complessi, cioccolato e liquirizia, una buona gradazione portava ad amplificarne il sapore. Ci vorrebbe uno più competente di me per darne appieno la descrizione. Per il voto abbiamo preso le scale di sicurezza: 4

A questo punto dicevo di aver ormai bevuto il meglio, ma è saltato fuori:
Domaine de La Romanée Conti La Tache 2000.
Prendete la decrizione dello Chambertin ed amplificatela, se ci riuscite, almeno di due o tre volte. Penso di non aver mai bevuto, nella mia vita, un vino più buono. Voto 5

Quarta batteria, dopo tanto vino, si fa fatica a reggere il confronto, ma:

Brunello Biodi Santi Riserva Il Greppo 1955. E’ arrivato quello che aspettavo!
Certo un Brunello, per quanto buono, non regge il confronto con La Tache, ma questo 55 era veramente notevole. Dal colore granato con una leggerissima punta aranciata, al naso era bello intenso con delle ciliegie cotte, cioccolato e cuoio, una leggerissima nota di carruba. In bocca armonico come non mai con un bel corpo, i tannini molto fini, i più fini mai trovati da me in un Brunello, di grandissima eleganza. Voto 3

Brunello Pieve di Santa Restituta 1986. Dopo il BS non ha fatto una bella figura, ma è restato comunque un grande vino. Nel bicchiere era leggermente più torbido, sempre di un colore molto cupo, al naso più chiuso ed in bocca un buon corpo e tannini più robusti. Comunque un buon vino. Voto 2

Voglio ringraziare quegli amici che hanno contribuito a questa bella serata con la loro presenza e con il loro contributo alla degustazione.

Grazie a tutti.

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