03 febbraio 2014

Shiraz!

Bella serata tra amici per finire il mese. La scusa era un assaggio in verticale della Landonne di Renè Rostaing e con la scusa abbiamo assaggiato alcune cose veramente notevoli.
Iniziamo con un assaggio di Albariño Do Ferreiro 2011 ed un Mersault-Charmes 2007 fatto da Jean Marc Roulot per l’Hospice de Beaune.
Una lama di acidità ed una sapidità veramente sorprendente per l’Albariño, decisamente giovane che, molto probabilmente, si manterrà per molto , moltissimo tempo.
Il Mersault-Charmes apre con una nota boisè un po’ troppo invadente, che però col tempo, nel bicchiere svanisce e fa saltare fuori il grande prodotto di Borgogna.
Proseguiamo con un assaggio di due Verdicchio 2006 il Riserva Gioacchino Garofoli 2006 ed il Riserva Villa Bucci 2006.
Devo dire che mi aspettavo di più da questi prodotti, certo che bevuti dopo i due di apertura un po’ hanno pagato.
Il Garofoli, più aperto al naso, in bocca paga una nota dolciastra dovuta alla probabile presenza di uve botrytizzate, chiude leggermente amaro.
Il Villa Bucci è invece in un periodo di estrema chiusura, o almeno così voglio sperare perché al naso dice poco e pure in bocca non è che si riveli un grande vino. Chiusura amara anche per questo.


Passiamo alla ragione della serata. Landonne di Renè Rostaing, Ampuis, Rhone.
Annate in degustazione: 2005, 2006, 2007, 2010.
Il 2005, come lo ricordavo, sanguigno, speziato, direi anche oramai pronto alla beva.
Il 2006, un pelo più chiuso all’inizio, poi dopo un po’ di bicchiere si è aperto ed è stato molto piacevole ritrovare le spezie ed il ferro tipiche del prodotto.
Il 2007 è stata un po’ la delusione della serata, chiuso, con tannini verdi, quasi erbaceo, si faceva fatica a riconoscere lo Shiraz.
Il 2010, è stato quello che mi è piaciuto di più. Anche se troppo giovane per berlo adesso, ha tannini setosi e complessità da vendere. Tantissime spezie e molto sangue.



A seguire un'altra comparata tra vini del Rodano, Nord contro Sud.
Renè Rostaing Cotê Blonde 2006, a nord
Chateau de Beaucastel Chateauneuf du Pape 2006, a sud.
Eleganza contro potenza, a mio giudizio, vince l’eleganza del Cotê Blonde, con un equilibrio di tannini e morbidezza, persistenza ed armonicità che ha fatto di questo vino il migliore della serata. Il Chateauneuf più rustico ha pagato il confronto, rimane comunque un grande vino.
Giusto per non farci mancare niente, avevo in cantina una reliquia del 1997, uno Shiraz Il Bosco dei Tenimenti D’Alessandro, prelevato dalla botte regalatomi dal produttore e si è rivelato un ottima bevuta ed ancora fresco con tannini gradevoli e legno non troppo invasivo.







A fine serata abbiamo fatto un assaggio, per decidere se fare partire oppure no un Gruppo Di Acquisto, di alcuni champagne di un produttore di Cramant di cui conoscevo i vini fatti dal padre.
Il base, Grappes d’Or, a mio parere un po’ troppo dosato, il Gran Crù, un po’ troppo ossidato, il Millesimato 2007 è stato forse l’unico che aveva una sua ragione di essere, piacevole e armonico, con una bella sapidità ed un ottima freschezza.

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Un dolcino alla fine non poteva mancare, in abbinamento ad un parmigiano 36 mesi entrambi portati da Claudio, un Riesling 1999 di Carl Schmitt Wagner Auslese, veramente buono con tutti i suoi idrocarburi e la sua freschezza che resettava la bocca, lasciandola in attesa del boccone di formaggio.

Un grazie in particolare a Gabriele Succi ed alla sua meravigliosa famiglia che hanno messo a disposizione la loro casa alla nostra combriccola .

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