Febbraio 2012
Un cliente ci ha chiesto la cortesia di allungargli un paio di bottiglie vicino a casa e noi ne abbiamo approfittato per provare questo ristorante di cui avevamo avuto notizie interessanti.
Sito sotto
ad un albergo, attorniato da un nugolo di altre proposte gastronomiche, un
cinese a fianco, un McDrive ed un Roadhouse di fronte, questo ristorante è
riuscito a ritagliarsi una fetta di mercato tra i gourmet di Carpi e dintorni.
Ad un tiro
di schioppo dall’uscita dall’autostrada, un vero e proprio”fuori casello”, si
tratta dell’ultimo step di una coppia di coniugi dediti all’enogastronomia da quasi quaranta anni.
Cominciando
l’avventura con un bar nell’ormai lontano 1974 , passando per altri locali tipo
bistrò alla francese, non si poteva non finire alla ristorazione vera e
propria.
La signora
in sala a prendere le comande, il titolare, sommelier professionista, ci
accoglie e ci diverte con le sue proposte.
Di solito un
racconto di un ristorante lo si comincia con il racconto dei piatti, ma questa
volta, lo comincio con i vini, in onore alla professionalità ed alla cortesia
del sig. Gianfranco.
La carta dei
vini è ampia, ben articolata e, anche se non ha una personalità spiccata,
almeno a livello nazionale ed internazionale, è comunque divertente. La
disponibilità poi del sig.Gianfranco di servire a bicchiere è un must che gli
và riconosciuto.

Ma… prima di
cominciare ho tastato il polso al sig.Gianfranco.
Avevo visto
in carta che avevano un vino di Paltrinieri, l’Eclissi, Lambrusco di Sorbara
100%, ed avendone sentito parlare bene in giro, ho voluto soddisfare la
curiosità di sentire se finalmente si era fatto un Lambrusco che potesse essere
piacevole, almeno a me.
Come detto,
il sig,Gianfranco è stato ben felice di aprirci una bottiglia e di farci
assaggiare questo che è considerato come il vino di punta dell’azienda.
Colore rosa
carico, fosse stato Montepulciano, sarebbe stato Cerasuolo, molto intrigante.
In bocca però si rivela come un vino ben fatto, sì, ma pur sempre Lambrusco,
con tutte le sue note fruttate, amabili, ma al tempo stesso leggermente
amarognole. In sostanza, l’ennesimo
Lambrusco che NON mi è piaciuto.
Visto la
nostra reazione, qui il sig.Gianfranco si è superato. E’ andato a prendere una
bottiglia che non era in vendita che lui stesso aveva appena ricevuto
dall’azienda produttrice affiche facesse loro una analisi organolettica de
gustativa e mi ha versato un bicchiere di assaggio. Al colore sembrava quasi
bianco, ma poi confrontato con il bicchiere offertoci da aperitivo, uno
Chardonnay spumante di Terre da Vino (questo non buonissimo, almeno per me,
leggermente aromatico e con un residuo zuccherino che non mi ha ben
predisposto) si sono notati i riflessi color rubino di un Lambrusco di Sorbara
100% vinificato in rosa.
L’azienda
era Bellei ed il vino, una nuova tipologia in commercio, sarà presentato come
novità al prossimo Vinitaly.
Bhè, questo
aveva una ragione di essere!
Se andate a
Verona passate ad assaggiarlo e poi mi direte.
Tornando a
Valentini, forse un po’ giovane per i miei gusti, ma una ottima bottiglia,
buona acidità equilibrata da una notevole grassezza in bocca. Mi hanno tarpato
le ali per l’ordine della seconda bottiglia, ma secondo me sarebbe finita anche
quella!
Veniamo
dunque alla tavola.
Un benvenuto
dalla cucina, crocchetta di mortadella su crema di parmigiano, buona la crema,
discreta la crocchetta anche se non amo molto le preparazioni dove si cuoce
così la mortadella.
Manuela
ordina due piatti dei quali assaggio un pochino:
Ravioli di pernice su salsa di mirtilli. Buona la pasta e saporito il ripieno, un pelo grossa la sfoglia. La salsa è forse un pelino dolce, ma non preponderante e perciò bilanciata, un buon piatto.
Ravioli di pernice su salsa di mirtilli. Buona la pasta e saporito il ripieno, un pelo grossa la sfoglia. La salsa è forse un pelino dolce, ma non preponderante e perciò bilanciata, un buon piatto.







Ad accompagnare i formaggi una selezione di mostarde home made di zucca, dolciastra e poco senapata, di pomodori verdi, perfetta per equilibrio di sapori e piccantezza e di mele di una qualità di cui non ricordo il nome, ma che si sposava benissimo con il Blu finale.
In
abbinamento un calice di Malvasia passito di Luretta, ottimo.
Il conto
finale, con un caffè è stato si € 145 a coppia, secondo me ben meritati.